Regole ed etica del ciclo-escursionismo

Comportamento del ciclo-escursionista

Prima di descrivere un viaggio o un percorso in MTB, è necessario chiarire cosa significhi “cicloescursionismo”, quali regole deve rispettare e quali buone prassi deve adottare chi lo pratica. Per le regole qui di seguito vengono riportati i principali codici di autoregolamentazione che si riferiscono all’utilizzo della MTB in ambiente naturale, corredati da commenti di accompagnatori del CAI delle sezioni di Parma e Reggio E. 

Il Sentiero dei Ducati ciclo-escursionistico è costituito da due percorsi: SD-MTB e SD-GRAVEL. Sono definiti ciclo-escursionistici nel senso che si svolgono, soprattutto SD-MTB, in prevalenza su sentieri e piste forestali. Sono stati interamente verificati e tracciati con sistema gps: le tracce ed i Road Book che vengono forniti sono reali ed affidabili. SD- MTB e SD-GRAVEL seguono in prevalenza strade e sentieri segnati ma non sono tabellati in modo continuo e specifico per la bicicletta. 

Occorre considerare che la rete sentieristica, pur se soggetta a pulizia e manutenzione dai volontari del CAI, può sempre presentare cambiamenti e problemi per frane, vegetazione invasiva, alberi e ramaglia caduta sul percorso. Chi vorrà percorrere questi sentieri deve essere preparato a cavarsela con le sue forze: fare piccole pulizie, scavalcare un albero caduto, trovare una variante nel caso sia impossibile o non sicuro il passaggio. 

Ma non basta, i nostri volontari da soli non ce la possono fare, vanno aiutati. Ognuno ha il dovere di lasciare il sentiero un po’ meglio di come lo ha trovato: raccogliendo una carta, tagliando un ramo, ripristinando una tabella caduta, o anche solo facendoci una segnalazione:  

info@caireggioemilia.it

Codice di autoregolamentazione CAI del ciclo-escursionista

Il CAI annovera la bicicletta tipo mountain bike tra gli strumenti adatti all’escursionismo. Il comportamento del ciclo-escursionista deve essere sempre improntato al fine di “Non nuocere a se stessi, agli altri ed all’ambiente”.

I nove articoli del Codice di Autoregolamentazione del CAI non hanno nulla di originale, solo enunciano in modo facilmente applicabile alcuni principi generali, in coerenza con norme e codici di rango superiore quali il Codice della Strada e le Tavole di Courmayeur. Le seconde stabiliscono che “non bisogna adattare l’ambiente alle esigenze degli sportivi, bensì adattare queste ultime alle realtà ambientali”.

 Dove si recita: “evitare di uscire dal tracciato”, implica che il cicloescursionismo si deve praticare su percorsi e tracciati esistenti, limitando il danno e l’erosione del terreno, allo scopo di ridurre l’impatto naturalistico e gli effetti su flora e fauna. Il concetto viene esteso con: “scegliere un percorso in condizioni tali da non arrecare danno al patrimonio naturalistico” che significa anche astenersi dal passare in zone o in momenti di particolare fragilità per fauna e flora come dovrebbero sempre fare gli escursionisti a prescindere dalle “protesi tecniche” impiegate.

 L’impatto sul suolo è limitato a strade e sentieri, ovvero a tracciati che sono già opera dell’uomo. 

E’ comunque necessario che il passaggio delle bici non alteri tali tracciati. L’impatto delle MTB è del tutto paragonabile a quello dell’escursionista a piedi, a condizione che le ruote girino sempre: l’azione volvente tende a compattare il terreno, mentre una ruota che striscia può creare un solco. Su fondi duri o rocciosi l’impatto è praticamente ininfluente. Gli effetti possono cambiare in funzione del grado di umidità del terreno, delle condizioni stagionali e meteo-climatiche; di questo se ne deve tenere debito conto. Lo stile di guida cicloescursionistico è eco-compatibile, in quanto si basa sul principio del minimo impatto.

 La compatibilità con gli altri fruitori dell’ambiente si risolve applicando il Codice della Strada. Infatti, laddove si parla di “velocità commisurata” ad alcune specifiche situazioni, si riprende semplicemente il dettato dell’articolo 141 del CdS. Anche l’obbligo di dare la precedenza ai pedoni da parte dei ciclisti deriva dall’art. 182 del Codice. Il rispetto che dobbiamo, al di là dei principi universali di buona educazione e di civile convivenza, non è limitato agli altri escursionisti che troviamo sul nostro percorso, occorre pensare soprattutto a chi vive delle risorse del territorio: contadini, pastori, allevatori. Rispettiamo le proprietà private e ricordiamoci di essere ospiti a casa d’altri.

L’autoregolamentazione CAI non sostituisce i Codici NORBA e IMBA, ma si aggiunge ed integra gli stessi.